Equitazione e salto ad ostacoli: tutto quello che devi sapere

Le origini del salto ad ostacoli, profilo dell’atleta e lavoro di sella

Equitazione e salto ad ostacoli: tutto quello che devi sapere - Porrini

Le origini del salto ad ostacoli risalgono alla Gran Bretagna del XIX secolo, quando i cavalieri saltavano regolarmente siepi e muretti durante le battute di caccia. Lo stile in voga allora prevedeva sella inglese, staffe lunghe e posizione con il busto eretto.
Le prime competizioni furono dominate da cavalli militari: fu il capitano Federico Caprilli, della Scuola Militare di Cavalleria di Pinerolo, che sviluppò la posizione in avanti del salto ad ostacoli moderno ancora usata nei Concorsi Nazionali, verso la fine dell’800.
L’obiettivo di cavallo e cavaliere, all’epoca come oggi, era quello di saltare un dato numero di ostacoli senza commettere errori in un tempo prestabilito.
Scopriamo tutto sul concorso di equitazione più spettacolare e noto al mondo.

Il salto ad ostacoli: la fase iniziale e le regole

Prima di eseguire un percorso ad ostacoli con il proprio cavallo, il cavaliere effettua ciò che viene chiamato ricognizione a piedi. Egli segue lo sviluppo del tracciato e determina il numero di falcate previste per ogni gabbia obbligatoria individuando le combinazioni. Questo gli consentirà, una volta in sella, di dirigere al meglio il proprio cavallo e di regolare la cadenza per rispettare il conteggio delle falcate.

Le regole di salto sono piuttosto semplici: bisogna saltare tutti gli ostacoli del percorso nell’ordine indicato senza che il cavallo faccia cadere le barriere, senza che metta le zampe in acqua, senza che si rifiuti di saltare o che eviti le fasi consecutive.
Negli ultimi due casi verranno inflitti 4 punti di penalità, il terzo rifiuto del cavallo porterà all’eliminazione. Si viene eliminati anche se:

  • Durante il percorso ad ostacoli cavallo e cavaliere eseguono un circuito errato;
  • Non si passa per la partenza e il traguardo;
  • Il cavaliere cade.

Il percorso, aperto sia ai pony che ai cavalli secondo le diverse categorie di salto, dovrà essere completato in un tempo prestabilito per evitare penalità.
I cavalieri che fanno un percorso netto alla prima manche passeranno alla seconda che si svolge con meno ostacoli. Se due o più cavalli completano le due manche senza penalità si guarderà il tempo di esecuzione per definire il vincitore.

Percorso ad ostacoli in equitazione: il lavoro di sella

Il salto ad ostacoli può essere eseguito al passo, al trotto e al galoppo a seconda dell’ostacolo da affrontare.
Le staffe della sella inglese in questa disciplina sono relativamente corte e questo consente al cavaliere di muoversi liberamente distendendosi in avanti nei salti. La sella, molto leggera, leggera consente di togliere il peso dalla schiena del cavallo e, allentando leggermente le redini, l’animale si potrà inarcare più facilmente sull’ostacolo potendo superare anche i 2 metri.

Fare un buon salto significherà essere ineccepibile in tutte e cinque le parti del movimento: l’avvicinamento, lo stacco, il salto, l’arrivo e il proseguimento. Tutte allo stesso modo importanti per la buona riuscita di una gara di equitazione.

Qualsiasi razza di cavallo può saltare e sostenere i metri delle gare ma le caratteristiche di un cavallo da ostacoli saranno il coraggio, l’attenzione e un elevato allenamento di sensibilità nel rapporto tra cavallo e cavaliere.

Il percorso ad ostacoli può essere aperto ai pony e ai cavalli, ricordiamo che il pony Stroller (1950-1986) è stato uno dei più famosi saltatori della storia gareggiando con successo contro cavalli alti più di 1,70 cm.

Nel 1968, con la sua fantina Marion Coakes, vinse il derby di Hickstead e le olimpiadi del Messico. In totale portarono a casa nella loro carriera ben 61 competizioni internazionali.

Equitazione e salto ad ostacoli: il campo di gara

Il salto ad ostacoli come lo conosciamo oggi fa parte del programma olimpico dal 1912, molto amato nel mondo in particolare in Nord America, Inghilterra e Australia.
Le gare di Gran Prix sono il più alto livello di competizione con imponenti premi in denaro.

In merito al campo di gara, non vi è una misura standard, può essere sia indoor che outdoor, su sabbia, terra e erba. Il Grand Prix ad esempio si tiene su percorsi con un massimo d i 15 ostacoli e lunghi fino a 1000 metri.

Chi disegna la pista include una serie di ostacoli particolari come ad esempio un muro all’apparenza solido (per impaurire il cavallo e cavaliere) ma in realtà poco stabile. Il percorso contiene curve strette e rettilinee e le penalità di tempo aggiungono ancora più pressione ai cavalieri esperti anche se muniti di patente da anni.

Nel percorso ad ostacoli si può incontrare, in fasi consecutive, una doppia gabbia ovvero due ostacoli con lo spazio solo per il passo di galoppo (bisognerà essere precisi e atletici per superarli) o la gabbia. In quest’ultimo caso i sostegni (detti pilieri) del primo e del secondo ostacolo sono alla stessa altezza. Ciò vorrà dire che il cavallo troverà difficoltà nel giudicare la profondità di questo ostacolo e dovrà essere davvero bravo per non commettere errori.

Molte delle gare più importanti hanno una riviera di larghezza massima, ovvero un salto con l’acqua con una piccola siepe sul lato dello stacco.

Sia il cavallo che il cavaliere saranno in quel momento tentati di guardare l’acqua distraendosi e sbagliando sulla fluidità del salto. Il cavallo dovrà invece oltrepassare il tutto senza toccare l’acqua.

Nel campo di gara vi sono gli spazi per i giudici, che nei concorsi nazionali e internazionali a loro volta sono capitanati da un giudice capo, nominato dalla Federazione Equestre Internazionale.

Salto ad ostacoli: l’abbigliamento del fantino e i finimenti del cavallo

I fantini in genere indossano per il percorso ad ostacoli un dress code costituito da pantaloni da cavallerizzo bianchi o bicolore, stivali e giacca rossa o nera. Il fantino indosserà poi un caschetto di color nero e in alcuni casi i guanti.

Il profilo fisico dell’atleta cavaliere corrisponde a una figura a minuta, dall’eccellente forma fisica e con grande equilibrio. La sua capacità di giudicare rapidamente le distanze degli ostacoli è essenziale come il rapporto di sintonia col cavallo.

La sella del salto ad ostacoli ha le falde curve davanti per dare supporto al ginocchio del cavaliere, è leggera e con le staffe piuttosto corte. Le redini hanno di solito una martingala che impedisce al cavallo di alzare troppo la testa e restare concentrato ed equilibrato.
La sella presenta, inoltre, un ampio sottopancia per proteggere il cavallo da sé stesso quando piega le gambe per i salti più alti.
Il cavallo durante i metri delle gare ha bisogno di protezioni massicce alle zampe che verranno realizzate con fasce strette a protezione dei tendini.

I concorsi nazionali, con le loro regole precise e il ritmo veloce, sono molto spettacolari e adorate dal grande pubblico. Benché le gare individuali finiscano in una manciata di secondi, la varietà di cavalli e cavalieri proposta li rendono davvero interessanti e amatissimi.